Intervento di
Melanoma e linfonodo sentinella
Cosa sono il melanoma e linfonodo sentinella?
Il melanoma cutaneo è una patologia che deriva dalla trasformazione tumorale dei melanociti, alcune delle cellule che formano la pelle. La rimozione chirurgica è la terapia che offre maggiori chance di guarigione e in molti casi la biopsia del linfonodo sentinella può essere utile per intercettare tempestivamente la diffusione del tumore.
Si chiama “sentinella” perché è il primo linfonodo ad essere interessato da una possibile metastasi: è un campanello d’allerta per capire se c’è stata un’eventuale diffusione del tumore.
Informazioni
Un’esposizione al sole controllata e la visita dermatologica per un check-up dei nei sono i principali baluardi su cui impostare la prevenzione. Il trattamento, poi, si snoda attraverso un percorso multidisciplinare che vede impegnati il dermatologo, l’oncologo, il chirurgo, gli specialisti dell’anatomia patologica e quelli della medicina nucleare.
Intervento
Una volta individuato il melanoma questo viene asportato chirurgicamente. Si invia il campione all’anatomia patologica che lo analizza e comunica i risultati. Quindi si procede con la linfoscintigrafia: nell’area di asportazione del melanoma viene iniettato un particolare tracciante radioattivo che aiuta ad individuare la localizzazione del linfonodo sentinella.
Nel giro di poco tempo il paziente viene portato in sala operatoria. Il chirurgo grazie a una sonda per la chirurgia radioguidata raggiunge il punto indicato e procede con l’asportazione del linfonodo. L’operazione è molto semplice, si esegue in pochi minuti e si può fare anche con una semplice anestesia locale. Il campione prelevato viene inviato nuovamente all’anatomia patologica per sapere se ci sono cellule tumorali sul linfonodo oppure no.
Se il referto dell’esame è negativo si sa che quella stazione è indenne e si possono escludere con buone probabilità il rischio di metastasi. Se è positivo bisogna invece sottoporre il paziente ad un nuovo intervento. A questo punto si vanno a togliere tutti gli altri linfonodi che compongono quella stazione. Si cerca così di “tagliare la strada” alla diffusione del tumore.
Post operatorio
Il paziente deve sottoporsi a controlli periodici che comprenderanno visite mediche, analisi del sangue e alcuni esami strumentali (TC/RMN/PET, v. pag. …). È questo ciò che i medici definiscono convenzionalmente follow-up. All’inizio i controlli hanno una frequenza più ravvicinata (tre-sei mesi) per poi diradarsi nel tempo (una volta all’anno).